Girl in snow

Girl in snow
Danya Kukafka

Bompiani, pubblicato nel Novembre 2017
357 Pagine

"Dalla sorpresa della prima riga fino alla sconvolgente conclusione, un thriller dal passo perfetto."
Paula Hawkins definisce l'esordio editoriale di Danya Kukafka con un'affermazione con cui non mi trovo completamente d'accordo, vi spiegherò tra poco perché. Ci troviamo a Broomsville dove in un'innevata notte di febbraio Lucinda viene assassinata.
Il romanzo è sviluppato secondo i punti di vista di Cameron, Russ e Jade. Ma conosciamoli meglio. Cameron è un ragazzino problematico e dal carattere emblematico, ossessionato da Lucinda, tanto da giocare al gioco "Sere da Statua". Gioco che consiste nello stare immobile davanti a casa di Lucinda e osservarla alla finestra segretamente. Questo gioco però aveva una seconda funzione per Cameron, che si sentiva un'invisibile: "Gli piaceva immaginare di essere una delle figure di Michelangelo, immobilizzata sulla carta, scolpita in una posizione per tutta l'eternità. Ma a un certo punto sentiva il battito del proprio cuore o un respiro che non riusciva a trattenere. Una di queste certezze spezzava il silenzio, ed era costretto a riconoscere che, per quanto immobili stesse, di fatto esisteva."
Un ragazzo innocuo, che non ricorda dove fosse la notte della morte di Lucinda.

Jade è una ragazza che fa la babysitter alla figlia dei vicini, alternandosi a Lucinda. Il suo carattere sopra le righe è determinato dal rapporto complicato e tormentato con la madre: "Non so come ho fatto a fare una figlia cosi egoista e viziata." "Per farne una ce ne vuole una."
Una madre che fa presto a ricorrere alle mani quando le parole non risultano un'arma con cui esercitare il potere.
La vita di Jade si intreccerà strada facendo con quella di Cameron.
La terza voce del romanzo appartiene al poliziotto Russ, incaricato di scoprire chi abbia ucciso Lucinda. Anche la sua strada è collegata a quella di Cameron.

Sentite aria di un thriller ad alta tensione fino a qui? Immagino di no. Questo perché credo che "Girl in snow" non sia un thriller, o perlomeno, non come ce lo si aspetta. Non abbiamo suspense, interrogatori, dubbi, indizi. L'omicidio della ragazza viene messo in secondo piano. "Girl in snow" non è un giallo che nell'immaginario comune ci si aspetta, bensì un romanzo psicologico dove i pensieri, le paure, e le vicende dei protagonisti sono ciò a cui si vuole dare attenzione. E se questo era l'intento dell'autrice, ci è riuscita perfettamente, creando personaggi ben delineati, e trattando argomenti scomodi e delicati come la violenza domestica, i problemi adolescenziali, e l'indagine ne è il contorno. Lo stile narrativo è decisamente unico, a partire da una punteggiatura sicuramente non tradizionale. Ci è voluto un po' per abituarmi alla modalità di scrittura, ma superate le prime pagine ci si lascia trascinare nel mondo dei protagonisti. Mi aspettavo di leggere un thriller, ma superata la piccola delusione, "Girl in snow" è un romanzo sicuramente consigliato.

Girl in snow
Danya Kukafka

Bompiani, pubblicato nel Novembre 2017
357 Pagine

"Dalla sorpresa della prima riga fino alla sconvolgente conclusione, un thriller dal passo perfetto."
Paula Hawkins definisce l'esordio editoriale di Danya Kukafka con un'affermazione con cui non mi trovo completamente d'accordo, vi spiegherò tra poco perché. Ci troviamo a Broomsville dove in un'innevata notte di febbraio Lucinda viene assassinata.
Il romanzo è sviluppato secondo i punti di vista di Cameron, Russ e Jade. Ma conosciamoli meglio. Cameron è un ragazzino problematico e dal carattere emblematico, ossessionato da Lucinda, tanto da giocare al gioco "Sere da Statua". Gioco che consiste nello stare immobile davanti a casa di Lucinda e osservarla alla finestra segretamente. Questo gioco però aveva una seconda funzione per Cameron, che si sentiva un'invisibile: "Gli piaceva immaginare di essere una delle figure di Michelangelo, immobilizzata sulla carta, scolpita in una posizione per tutta l'eternità. Ma a un certo punto sentiva il battito del proprio cuore o un respiro che non riusciva a trattenere. Una di queste certezze spezzava il silenzio, ed era costretto a riconoscere che, per quanto immobili stesse, di fatto esisteva."
Un ragazzo innocuo, che non ricorda dove fosse la notte della morte di Lucinda.

Jade è una ragazza che fa la babysitter alla figlia dei vicini, alternandosi a Lucinda. Il suo carattere sopra le righe è determinato dal rapporto complicato e tormentato con la madre: "Non so come ho fatto a fare una figlia cosi egoista e viziata." "Per farne una ce ne vuole una."
Una madre che fa presto a ricorrere alle mani quando le parole non risultano un'arma con cui esercitare il potere.
La vita di Jade si intreccerà strada facendo con quella di Cameron.
La terza voce del romanzo appartiene al poliziotto Russ, incaricato di scoprire chi abbia ucciso Lucinda. Anche la sua strada è collegata a quella di Cameron.

Sentite aria di un thriller ad alta tensione fino a qui? Immagino di no. Questo perché credo che "Girl in snow" non sia un thriller, o perlomeno, non come ce lo si aspetta. Non abbiamo suspense, interrogatori, dubbi, indizi. L'omicidio della ragazza viene messo in secondo piano. "Girl in snow" non è un giallo che nell'immaginario comune ci si aspetta, bensì un romanzo psicologico dove i pensieri, le paure, e le vicende dei protagonisti sono ciò a cui si vuole dare attenzione. E se questo era l'intento dell'autrice, ci è riuscita perfettamente, creando personaggi ben delineati, e trattando argomenti scomodi e delicati come la violenza domestica, i problemi adolescenziali, e l'indagine ne è il contorno. Lo stile narrativo è decisamente unico, a partire da una punteggiatura sicuramente non tradizionale. Ci è voluto un po' per abituarmi alla modalità di scrittura, ma superate le prime pagine ci si lascia trascinare nel mondo dei protagonisti. Mi aspettavo di leggere un thriller, ma superata la piccola delusione, "Girl in snow" è un romanzo sicuramente consigliato.
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